Corso di frittura creativa a cura dell’esimio profrittor Robert A. A. Frickerton. SECONDA LEZIONE: LINGUISTICA DELLA FRITTURA

Riassunto della prima settimana: Kant ha messo su 9 kili. Kant è disperato perché si avvicina la prova costume.

LINGUISTICA DELLA FRITTURA

Il contributo più grande alla linguistica della frittura lo da, come ben sappiamo, il linguista svizzero Ferdinand de Saussure (Ginevra, 26 novembre 1857 – Vufflens-le-Château, 22 febbraio 1913). Saussure intende la frittura (friture) come la potenzialità universale di sviluppare un sistema di segni.

La friture intesa come sistema di segni che formano il codice di una ricetta, va distinta dalla recette, cioè dall’insieme di atti fritturiali di colui che si accinge a mettersi ai fornelli, che è individuale e irripetibile (soprattutto nel caso il risultato sia una schifezza).

Non esiste il concetto di frittura come “nomenclatura” (cioè una corrispondenza naturale di cibi e olio sfrigolante) e la patacca d’olio è un’entità costituita da una unione arbitraria di un concetto e della sua immagine.

Esistono due punti di vista da cui osservare la frittura, che si traducono in due modalità di studio: la frittura sincronica che analizza lo stato della lingua quando ci si infila in bocca una crocchetta di patate appena uscita dalla padella, e la frittura diacronica, che studia l’evoluzione della lingua da quando, in tenera età, ci si è infilati la prima crocchetta di patate in bocca, lo studio nel tempo continua fino all’età adulta, quando non paghi del dolore cosmico provocato dalle ustioni ci si continua a ingozzare di cotolette fritte ancora prima che vengano poggiate sulla carta assorbente. Piuttosto curioso è lo spettacolino che segue:il soggetto saltella per la cucina con la bocca aperta dandosi piccoli schiaffetti sulle labbra prima di gettarsi sulla prima bottiglia d’acqua a vista. Ma questo riguarda l’antropologia, un altro campo di studi.

Importante è inoltre lo studio che il linguista Antoine Meillet (Moulins, 11 novembre 1866 – 21 settembre 1936) ha condotto partendo dall’opera del suo maestro Saussure, ampliandone il campo di ricerca alle scottature del palato.

Iscrittosi dal 1885 alla Faculté des casseroles de Paris, seguì in particolare i corsi di Louis Havet alla Sorbona, di Michel Bréal al Collège de France de pommes de terre e di Ferdinand de Saussure all’École pratique des hautes études pour Cuisiniers.

Celebre è il suo capolavoro Aperçu d’une histoire de la langue grecque (1913) sugli effetti e le evoluzioni che i cibi fritti caldissimi hanno portato alla lingua dei greci, noti ghiottoni.

Per questo ora i greci hanno la lingua più dura e resistente del resto delle popolazioni europee e possono, come tutti sanno, mangiare chiodi e cocci di vetro. Ricordiamo per esempio i Souvlákia, tipico piatto greco, a base di pietre cotte ai ferri e infilzate successivamente in uno spiedino, oppure lo Giouvétsi, statua in plastica di Babbo Natale del centro commerciale arrosto con pasta cotta. Molto comuni le polpette di fango residuo sotto il paraurti delle macchine, le Soutzoukákia, spesso condite con un po’ di sugo al pomodoro, ma poco, per non rovinarsi il retrogusto di asfalto.

Il più famoso, ormai esportato in tutta Europa e quasi divenuto una moda tra i giovanissimi, è il Gyros o Gyro, una sorta di Kebab di cipolla e cipolla, praticamente c’è solo la cipolla, infatti non so perché si chiami Kebab. E’ una cipolla, e basta. Una cipolla di campo.

A volte però la cipolla viene condita con Tzatzíki, il soffritto di cipolla, arrotolata all’interno di un copertone di automobile, comunque rimane una cipolla. Al pari dei piatti di pietre o cipolla troviamo una offerta tradizionale di insalate ricche dei numerosi prodotti del luogo. La più famosa è senza dubbia la Khoriátiki Salàta, l’insalata alla Greca, con fette di lamiera, calce, e condita con nafta extravergine, terra, barba, scaglie di Partenone e pezzetti di eternit grattugiato. E un cetriolo. Così, per ridere un po’, in puro umorismo ellenico.

CONTINUA…

6 pensieri su “Corso di frittura creativa a cura dell’esimio profrittor Robert A. A. Frickerton. SECONDA LEZIONE: LINGUISTICA DELLA FRITTURA

  1. Stimatissimo professore egregio, sto cercando di mettere insieme una bibliografia sugli effetti linguistici della crocchetta di patate quando appare raffreddata all’ esterno, mentre all’ interno è ancora rovente come lava. Quali studi seri mi consiglierebbe?

  2. Sicuramente mi sentirei di consigliarle Mémoire sur le système primitif des pommes de terre dans les langues indo-européennes e il fondamentale De l’emploi du l’huile d’olive en sanscrit, mi raccomando sono anche testi d’esame obbligatori. Può aiutarsi se crede con Cours de friture générale e con Les casseroles saussuriens de Harvard, che sono facoltativi.
    E siccome sono un barone dell’università la obbligo anche a comprarsi il mio libro di ricette Qui ne avec la sugnà?, introvabile e dal costo di 3mila euri con divieto assoluto di fotocopiare. Però lo potete friggere se desiderate, è commestibile. E’ rivestito con una cialda croccante e ripieno di cioccolato caldo fuso che vi colerà sui pantaloni appena lo aprirete. La custodia è fatta con lo zucchero della cassata. Sarà una dolce lettura a un prezzo leggermente salato.

  3. Senta professore, io sto cercando di partorire un pezzo buffo con lineamenti tragici, ma non riesco a trovare nulla che superi il fatto che Terry Gilliam ha girato un film per la Pasta Garofalo ambientato a Napule con Cristiana Capotondi. Che fare?

    • Ah lei è lo studente che doveva laurearsi l’anno scorso ma poi ebbe quel problema con i fritti cinesi… brutta storia… Bene, anche se sono una vecchia campana, ho sentito parlare di quel corto di Terry Gilliam, tant’è che incuriosito dall’unione artistica tra il talento di Brazil e Munchausen e il divino astro nascente italiano del cinema Cristiana Capotondi sono andato a vedermi le prime immagini.Ho visto la Capotondi parlare inglese con Gilliam e non sono riuscito a proseguire, non bisogna avallare questo patto con il demonio. E però ho notato quanto Gilliam, che è in fondo un bambino, si trovi bene a Napoli, dove viene trattato come se fosse lo zio scemo venuto dall’America.
      Ciodetto le posso consigliare di prendere uno qualsiasi dei tanti fatterelli assurdi che succedono nel mondo e spesso si trovano in trafiletti di giornale lontano dalla nostra attenzione e di continuarlo nel modo più assurdo le venga in mente. Le assicuro che non si capisce cosa è vero e cosa non lo è. Io ci ho provato con la storia di un tipo che voleva vendicarsi della sua ex e si è lanciato con la macchina contro la sua stanza da letto, sta di fatto che ha sbagliato casa e la macchina ha sfondato il muro finendo sul letto dove dormivano due poveretti. La cosa incredibile è che i due non si sono fatti nulla, tranne rimanere per un pò incastrati sotto la macchina dentro le loro coperte, e la foto ritraeva questo suv incastrato a metà nel muro come un famoso murales sul muro di Berlino. Allora io ho proseguito la storia e la cosa si è fatta piuttosto divertente. Ho preso come scusa il fatto che oggi non esistono più storie leggendarie nè personaggi avvolti da leggenda perchè con internet si sa tutto e subito, e dunque la mia domanda è: potrebbero ancora nascere leggende e storie di fantasia con il dubbio che forse da qualche parte nel mondo si nasconde un fondo di verità?

  4. A proposito, le lascio un ricordo del primo film dell’astro morente del cinema italiano, metti che lo legge Gilliam e ne trae ispirazione:

    Remo: Mi scusi ho sbagliato camera.
    Uomo gay: Oh, peccato!
    Remo: Eh pecccato sì! Io sto a cerca’ mi’ moglie che è un pezzo de figa, e invece ho trovato te che sei ‘n frocio coi baffi!

Scrivi una risposta a Robert A. A. Frickerton Cancella risposta